Attività antiossidante
Utilizzando il metodo FRAP (ferric reducing ability of plasma) si sono comparate le attività antiossidanti di camomilla (Matricaria recutita) e altre erbe aromatiche. L'attività antiossidante della cammomilla si è dimostrata, per esempio, superiore al coriandolo, ma nettamente inferiore alla menta e soprattutto all'origano. L'attività antiossidante nella camomilla romana è risultata invece trascurabile.
E' stata osservata anche una certa attività inibente del camazulene sulla perossidazione lipidica e sull'autossidazione del DMSO (dimetilsolfossido).
Infine sono state osservate le proprietà antiossidanti di alcuni flavonoidi della camomilla, studiando l'ossidazione Cu2+ mediata delle LDL. La quercetina si è dimostrata un potente inibitore, mentre l'apigenina è sembrata comportarsi come pro-ossidante.
Attività antimicrobica e antifungina
L'olio essenziale si è dimostrato possedere una bassa attività anitmicrobica. In concentrazione di 10 microlitri/ml si è osservata, al massimo, un'inibizione dal 8 al 56% nei confronti di 25 tipi di gram positivi e negativi e 20 ceppi di Listeria monocytogenes. Mentre altri oli hanno evidenziato valori inibenti del 100% (foglie di alloro) e 96% (cinnamomo e timo).
E' stata testata anche l'attività antifungina su Aspergillus niger, A. ochraceus e Fusarium culmorum (63-75%) e su A. parasiticus, A. flavus e F. moniliforme dove la concentrazione più alta utilizzata (3000 ppm) ha evidenziato un'inibizione del 91-95%.
Anche qui altri oli essenziali si sono mostrati ampiamente più efficaci (timo, cinnamomo), e altri tipi di camomilla (come la romana) assai meno.
Esteri e lattoni hanno mostrato attività inibitoria contro Mycobacterium tubercolosis e M. avium.
Un estratto alcolico ha inibito la crescita di herpes e polio virus.
In generale si è osservato che gli estratti acquosi sono più efficaci contro funghi e lieviti, mentre quelli alcolici contro batteri.
Attività anticoagulante
Si è osservata una forte inibizione dell'aggregazione piastrinica. I livelli di inibizione si sono rilevati importanti come quelli di alfalfa e ortica. Si osserva in particolare una forte inibizione della sintesi di trombassano B2 sia ADP-mediata che collageno-mediata.
Non si osservano invece mutamenti nei livelli di acido arachidonico e cGMP.
Attività chemiopreventiva dell'apigenina
Esistono una serie di complessi studi sull'interferenza dell'apigenina con le attività cellulari. Ad esempio l'apigenina interferisce col ciclo cellulare, con la sintesi di particolari enzimi e con la regolazione dei meccanismi di trasporto a livello di membrana. In particolare l'apigenina ha mostrato di essere in grado si sopprimere l'espressione dei geni proto-oncogeni, suggerendo la possibilità di un suo impiego nella ricerca sul cancro.
Attività antinfiammatoria dell'apigenina
L'apigenina si è dimostrato un potenziale antinfiammatorio in base a test su vari tipi di colture in vitro, interferendo con l'attività delle cellule dell'infiammazione. Ad esempio impedendo l'adesione dei leucociti alle cellule endoteliali (superficie cellulare interna di vasi sanguigni, linfatici e cuore). Inoltre ha inibito l'interleuchina-1, la sintesi di alcune prostaglandine e del TNF (tumor necrosis factor) e altre attività sempre legate a cellule e sostanze dell'infiammazione.
Fonte:
McKay DL, Blumberg JB. A review of the bioactivity and potential health benefits of chamomile tea (Matricaria recutita L.) Phytother Res. 2006;20:519–30
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