Arnica montana |
Questa convivenza comporta
un’influenza determinante dell’ambiente sulla produzione dei principi attivi.
Predatori e impollinatori
Gli insetti impollinatori
sono indispensabili per garantire la fecondazione e la procreazione di nuove
generazioni. Se aumenta il numero dei loro predatori, diminuiscono le
possibilità delle piante di essere fecondate. Alcune specie soffriranno più di
altre questa condizione, in relazione a quale tipo di impollinatore viene a
mancare.
Parassiti
Insetti e funghi che vivono a
spese di altri individui (parassiti), sono tenuti sotto controllo dai naturali
equilibri dell’ambiente a cui la pianta si è geneticamente adattata nel tempo.
Se prendono il sopravvento ed aumentano eccessivamente di numero si parla di
infestazione, e in queste condizioni possono mettere in serio pericolo la
salute e la vita stessa di singole piante o di interi gruppi.
Non appartengono a questa
categoria quei funghi che instaurano un rapporto simbiotico con le piante,
insediandosi a livello delle radici (micorrize) ed instaurando un costruttivo
scambio di sostanze nutritive.
Microrganismi
Batteri funghi e protozoi,
sono organismi unicellulari che possono procurare infezioni e patologie alla
pianta. Anche in questo caso le infezioni si manifestano in occasione di improvvisi
mutamenti degli equilibri ambientali.
Le piante convivono con i
microrganismi del terreno che sono fondamentali per la vita della pianta, in
quanto le procurano il nutrimento, mettendole a disposizione sostanze
indispensabili come l’azoto e lo zolfo.
Allelopatia
Le piante occupano spazi
condivisi, di conseguenza si influenzano reciprocamente per tutta la vita, sia
sinergicamente che antagonisticamente.
Tale interazione influisce
sulla produzione di principi attivi. Queste influenze reciproche sono note, e
nel corso della storia dell’umanità, gli agricoltori hanno imparato a
conoscerle e a progettare colture abbinando certe piante piuttosto che altre.
Esempi:
- Lo stramonio, se coltivato
accanto al lupino, aumenta la produzione in alcaloidi del 20-30%. Si osserva l’effetto
contrario se viene dimorato accanto alla menta (-50-60%).
- La belladonna, se coltivata
accanto all’assenzio, aumenta la su produzione di alcaloidi del 20-50%.
- L’arnica, se coltivata da
sola in coltura pura, non riesce a svilupparsi, così come accade anche ad altre piante. Si pensa che questo fenomeno
sia dovuto al fatto che non sia in grado di produrre fattori della crescita in
modo indipendente. Le è quindi necessario fornirsi di tali sostanze dalle
piante conviventi.
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