Questo saggio è di fondamentale importanza per la valutazione di identità e qualità delle droghe a mucillagini, per le quali tali sostanze rappresentano uno dei principali principi attivi. Basti pensare alle loro proprietà lassative e lenitive/protettive per le mucose gastrointestinali e respiratorie.
Una proprietà caratteristica e determinante che detengono, essendo eteropolissacaridi, è la loro grande affinità con l’acqua. Tendono infatti a trattenerla rigonfiandosi quando vengono a contatto con essa.
La determinazione dell’indice di rigonfiamento si basa proprio su questa caratteristica.
L’indice di rigonfiamento è il volume occupato da 1,0 grammi di droga, dopo che questa è rimasta in ambiente acquoso per 4h.
Procedura
1) La droga, intera o preparata come descritto dalla relativa monografia, viene posta in un cilindro graduato da 25 ml.
2) Se previsto dalla monografia viene umettata con alcol.
3) Si aggiungono nel cilindro 25 ml di acqua e si agita in modo energico, ad intervalli di 10 minuti, per un’ora.
4) Si lascia riposare per 1h e 30m.
5) Il cilindro viene sottoposto a centrifugazione, in questo modo si separa l’acqua che non è stata trattenuta dal campione di droga.
6) Si lascia riposare per 1h e 30m.
7) Si legge sulla scala graduate del cilindro il volume in ml occupato dalla droga rigonfiata.
8) Si calcola l’indice di rigonfiamento operando la media aritmetica di 3 letture.
Alcuni esempi di indici di rigonfiamento tratti dalle monografie della Farmacopea, in ml, utilizzando 1,0 grammi di droga:
- altea (Althaea officinalis): non inferiore a 10,
- tiglio (Tilia cordata, T. platyphyllos): non meno di 12,
- semi di lino (Linum usitatissimum): non meno di 4 interi 4,5 polverizzati,
- semi di psillio (Plantago psyllium): non inferiore a 10,
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