Questo metodo di riconoscimento si attua quando la droga è
ancora intera, prima che venga polverizzata.
Ci si deve accertare dell’assenza, per quanto possibile, di
organismi contaminanti che possono ancora deteriorare la droga, come, ad
esempio:
- muffe,
- insetti,
- vari altri tipologie di parassiti,
- larve.
Una volta verificata la massima preservazione da questi
elementi, si indaga la presenza di altri elementi estranei che possono essere:
- organi estranei, ovvero materiale appartenente alla pianta
madre, ma indesiderato ai fini della destinazione della droga, come
l’estrazione di determinati principi attivi: ad esempio se l’organo d’interesse
è la foglia, sono considerate organi estranei tutte le altre parti di pianta,
anche se dello stesso cultivar.
- materiale estraneo, cioé qualsiasi elemento minerale o
vegetale che non sia esattamente quello desiderato e che non appartiene alla
pianta madre: parti di altre piante, terra, detriti, ecc..
La percentuale in peso degli elementi estranei nel loro
complesso non deve superare il 2%, a meno di particolari e specifiche
indicazioni.
Metodo
1 - Si pesa una certa quantità di droga come indicato nella
Farmacopea Ufficiale Italiana, di solito dai 100 ai 500 grammi.
2 - Il campione pesato viene indagato tramite microscopio
ottico su strato sottile in modo da identificare tutti gli elementi estranei
possibili.
3 - Si separano meccanicamente gli elementi estranei dal
resto del campione.
4 - Si pesano gli elementi estranei o il campione residuo,
5 - Si calcola la percentuale in peso: se questa supera il
2% il campione è fuori standard.
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