martedì 29 ottobre 2013

Metodi di estrazione per contatto col solvente



Macerazione

La droga viene immersa nel solvente mantenendo una temperatura non superiore ai 30°C, quindi adatta nel caso di principi attivi termolabili.
Il materiale vegetale può essere polverizzato o in pezzature diverse.
Il solvente può essere di vari tipi: etanolo, etere, aceto, olio, miscela acqua-etanolo.
L’operazione viene ripetuta diverse volte, rinnovando il solvente, fino ad esaurimento della droga.
Il residuo, la droga esausta, prende il nome di feccia.
Il ciclo copre generalmente la durata di 1-2 settimane.
Il prodotto finale è un estratto fluido che prende il nome di macerato

Digestione

E’ una variante della macerazione con la quale si opera a una temperatura superiore ai 30° C. In particolare, la FUI indica che la temperatura debba essere compresa tra i 35 e i 65°C. In questo caso bisogna considerare la termolabilità della sostanze d’interesse.
Il prodotto finale è un estratto fluido.

Decozione

La droga viene posta in acqua fredda che successivamente viene portata ad ebollizione. L’operazione dura dai 5 ai 30 minuti e dà come prodotto finale il decotto. La durata dell’operazione dipende dalla concentrazione di principi attivi che si vuole ottenere, partendo da una certa quantità di droga.
E’ adatta per droghe di natura consistente, coriacea.

estrazione-con-solvente
Infuso
Infusione

La droga polverizzata o triturata finemente, viene posta in un contenitore dove viene versato il solvente caldo, con una temperatura massima di 65°C. L’infusione può durare dai 5 ai 30 minuti e dà come prodotto finale l’infuso.

Percolazione

Un solvente viene fatto passare, per gravità, attraverso uno strato composto dalla droga. Questa viene prima umettata con lo stesso solvente o in esso macerata.
Il procedimento, fino ad esaurimento della droga, dura circa 24-48 ore.
L’efficienza dell’estrazione è determinata dal grado di compattezza della droga, dalla sua pezzatura, e dal grado di umettamento precedentemente effettuato.

estrazione-con-grasso
Enfleurage
Enfleurage

Il solvente è costituito da grassi solidi fissi. Viengono preparati dei pannelli con uno strato di grasso, sul quale si pongono le droghe da estrarre. E’ utilizzato per adsorbire oli essenziali garantendo la massima qualità di estrazione.
Generalmente si estraggono le essenze da fiori. Il grasso usato ha caratteristiche organolettiche neutre e stabili.
Successivamente il grasso saturo, che prende il nome di pommade, viene sottoposto ad estrazione utilizzando come solvente alcol. In alternativa può anche essere immesso in commercio così com’è.

Estrazione in campo elettromagnetico

Tecnica usata per favorire l’azione del solvente.
Tramite un apparecchio che genera un campo elettromagnetico, vengono prodotti ultrasuoni capaci di produrre cavitazioni a livello cellulare e quindi rottura delle cellule, permettendo una maggior diffusione del solvente.

Estrazione continua in controcorrente

Si tratta di un meccanismo che sfrutta al meglio il contatto fra droga e solvente, i quali si muovono in direzione opposta una rispetto all’altro.
In questo modo il fronte del solvente, verso fine corsa, è quasi saturo, ma incontra droga che è solo all’inizio del suo percorso e quindi ancora molto ricca. In queste condizioni la capacità residua del solvente è sufficiente ad estrarre ancora qualcosa dalla droga.
Viceversa il solvente all’inizio del percorso è fresco ed incontra droga già quasi completamente estratta. Ma in queste condizioni la sua capacità estrattiva è massima e riesce ad esaurire completamente la droga.

Si usa generalmente per droghe oleaginose e si usa come solvente l’esano.

Droga fresca -------->-------------------->----------------------> Droga esaurita
Solvente esausto <-------------------<---------------<-----------  Solvente fresco

Estrazione con fluidi supercritici

I fluidi supercritici sono sostanze portate ad una pressione ed una temperatura sufficientemente alte, da conferire alla sostanza stessa proprietà intermedie tra lo stato liquido e lo stato gassoso, non essendo propriamente né gas, né liquido.

Ad esempio, nel caso della CO2, il punto critico che viene oltrepassato è dato da una pressione di 73 atm e una temperatura di 31°C.
La CO2 è la sostanza ritenuta ideale per le estrazioni con fluidi supercritici, ed è la più utilizzata.

Rispetto ad un sovente liquido, il fluido supercritico evidenzia dei significativi vantaggi:

- densità e viscosità inferiori che ne favoriscono la diffusività;
- possibilità di modulare finemente la capacità estrattiva, agendo sulle regolazioni di temperatura e pressione;
- possibilità di ottimizzare la capacità estrattiva con l’eventuale aggiunta di un adeguato solvente organico;
- si possono ottenere dei prodotti “solvent-free” che possono essere destinati all’uso diretto.
- Azzeramento totale o quasi totale dello smaltimento dei solventi, con impatto ambientale quasi nullo.

Tuttavia i costi sono elevati.

Un tipico esempio di applicazione è l’estrazione di caffeina per ottenere caffé decaffeinato.


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