Macerazione
La droga viene immersa nel solvente mantenendo una
temperatura non superiore ai 30°C, quindi adatta nel caso di principi attivi
termolabili.
Il materiale vegetale può essere polverizzato o in pezzature
diverse.
Il solvente può essere di vari tipi: etanolo, etere, aceto,
olio, miscela acqua-etanolo.
L’operazione viene ripetuta diverse volte, rinnovando il
solvente, fino ad esaurimento della droga.
Il residuo, la droga esausta, prende il nome di feccia.
Il ciclo copre generalmente la durata di 1-2 settimane.
Il prodotto finale è un estratto fluido che prende il nome
di macerato
Digestione
E’ una variante della macerazione con la quale si opera a
una temperatura superiore ai 30° C. In particolare, la FUI indica che la
temperatura debba essere compresa tra i 35 e i 65°C. In questo caso bisogna
considerare la termolabilità della sostanze d’interesse.
Il prodotto finale è un estratto fluido.
Decozione
La droga viene posta in acqua fredda che successivamente
viene portata ad ebollizione. L’operazione dura dai 5 ai 30 minuti e dà come
prodotto finale il decotto. La durata dell’operazione dipende dalla
concentrazione di principi attivi che si vuole ottenere, partendo da una certa
quantità di droga.
E’ adatta per droghe di natura consistente, coriacea.
Infuso |
Infusione
La droga polverizzata o triturata finemente, viene posta in
un contenitore dove viene versato il solvente caldo, con una temperatura
massima di 65°C. L’infusione può durare dai 5 ai 30 minuti e dà come prodotto
finale l’infuso.
Percolazione
Un solvente viene fatto passare, per gravità, attraverso uno
strato composto dalla droga. Questa viene prima umettata con lo stesso solvente
o in esso macerata.
Il procedimento, fino ad esaurimento della droga, dura circa
24-48 ore.
L’efficienza dell’estrazione è determinata dal grado di
compattezza della droga, dalla sua pezzatura, e dal grado di umettamento
precedentemente effettuato.
Enfleurage |
Enfleurage
Il solvente è costituito da grassi solidi fissi. Viengono
preparati dei pannelli con uno strato di grasso, sul quale si pongono le droghe
da estrarre. E’ utilizzato per adsorbire oli essenziali garantendo la massima
qualità di estrazione.
Generalmente si estraggono le essenze da fiori. Il grasso
usato ha caratteristiche organolettiche neutre e stabili.
Successivamente il grasso saturo, che prende il nome di
pommade, viene sottoposto ad estrazione utilizzando come solvente alcol. In alternativa può
anche essere immesso in commercio così com’è.
Estrazione in campo elettromagnetico
Tecnica usata per favorire l’azione del solvente.
Tramite un apparecchio che genera un campo elettromagnetico,
vengono prodotti ultrasuoni capaci di produrre cavitazioni a livello cellulare
e quindi rottura delle cellule, permettendo una maggior diffusione del
solvente.
Estrazione continua in controcorrente
Si tratta di un meccanismo che sfrutta al meglio il contatto
fra droga e solvente, i quali si muovono in direzione opposta una rispetto
all’altro.
In questo modo il fronte del solvente, verso fine corsa, è
quasi saturo, ma incontra droga che è solo all’inizio del suo percorso e quindi
ancora molto ricca. In queste condizioni la capacità residua del solvente è
sufficiente ad estrarre ancora qualcosa dalla droga.
Viceversa il solvente all’inizio del percorso è fresco ed
incontra droga già quasi completamente estratta. Ma in queste condizioni la sua
capacità estrattiva è massima e riesce ad esaurire completamente la droga.
Si usa generalmente per droghe oleaginose e si usa come
solvente l’esano.
Droga fresca
-------->-------------------->----------------------> Droga esaurita
Solvente esausto
<-------------------<---------------<----------- Solvente fresco
Estrazione con fluidi supercritici
I fluidi supercritici sono sostanze portate ad una pressione
ed una temperatura sufficientemente alte, da conferire alla sostanza stessa
proprietà intermedie tra lo stato liquido e lo stato gassoso, non essendo
propriamente né gas, né liquido.
Ad esempio, nel caso della CO2, il punto critico
che viene oltrepassato è dato da una pressione di 73 atm e una temperatura di
31°C.
La CO2 è la sostanza ritenuta ideale per le
estrazioni con fluidi supercritici, ed è la più utilizzata.
Rispetto ad un sovente liquido, il fluido supercritico
evidenzia dei significativi vantaggi:
- densità e viscosità inferiori che ne favoriscono la
diffusività;
- possibilità di modulare finemente la capacità estrattiva,
agendo sulle regolazioni di temperatura e pressione;
- possibilità di ottimizzare la capacità estrattiva con
l’eventuale aggiunta di un adeguato solvente organico;
- si possono ottenere dei prodotti “solvent-free” che
possono essere destinati all’uso diretto.
- Azzeramento totale o quasi totale dello smaltimento dei
solventi, con impatto ambientale quasi nullo.
Tuttavia i costi sono elevati.
Un tipico esempio di applicazione è l’estrazione di caffeina per
ottenere caffé decaffeinato.
Nessun commento:
Posta un commento