giovedì 24 ottobre 2013

Preparazione delle droghe: metodi meccanici



In questa fase si riducono le dimensioni della droga da estrarre, in modo da aumentarne la superficie specifica e migliorare così l’efficienza dell’estrazione. I principali metodi meccanici sono frantumazione, triturazione e polverizzazione.

1) Frantumazione

Si utilizza per materiali coriacei, duri, resistenti e di dimensioni consistenti, come fusti, radici e cortecce. Gli impianti di frantumazione si basano sull’uso:
- mortai,
- macinatori,
- grattugie rotanti,
- macinatori,
generalmente in acciaio o rame.
Può avvenire anche per criofrantumazione tramite ausilio di azoto liquido. Quest’ultima procedura apporta notevoli vantaggi nel mantenimento della qualità della droga.

2) Triturazione

Si utilizza per droghe di consistenza ridotta, come parti erbacee, fiori, foglie, frutti ecc.
Vengono impiegati omogeneizzatori, coltelli rotanti e taglierine.

polverizzazione
Radice di rabarbaro polverizzata
 3) Polverizzazione

Tecnica che prevede la riduzione della droga a dimensione particellare di circa 125 micron o a quella stabilita dalla Farmacopea per la specifica droga.
Può seguire i procedimenti di frantumazione e triturazione.

Schema di un impianto di polverizzazione:

a) pretrituratore di materiale che può essere già parzialmente preparato, dotato di un mulino a martello;
b) selezionatore capace di discriminare ed eliminare detriti quali pietre, sabbia, pezzi di metallo;
c) macinatore fine (mulino) dotato di filtro in modo da trattenere le particelle non ancora abbastanza piccole. Queste vengono nuovamente convogliate nel mulino per essere lavorate ulteriormente.

d) mescolatore a caduta libera, dal quale si raccoglie il prodotto finito.

A secondo del tipo di droga si procede con un metodo diverso fino a quando il prodotto non sia polverizzabile, ad esempio la foglia di eucalipto è più dura della foglia di melissa; le foglie di mate e rosmarino sono molto dure e fragili, mentre quelle di malva e salvia sono molli e fibrose; le foglie di betulla e di boldo contengono grassi e resine e vanno trattate opportunamente con appositi additivi, quali ciclodestrine, amido e mannitolo.


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