Le piante hanno un ruolo
fondamentale nella regolazione del clima, determinando alcuni fattori come la
temperatura dell’aria e la frequenza delle precipitazioni.
L’atmosfera della terra è
cambiata molto dalla sua nascita ad oggi. Due miliardi
di anni fa essa era composta principalmente da anidride carbonica, e, in minor
quantità, da ossigeno, ammoniaca, metano, azoto e altri gas. Oggi è invece costituita,
nelle sue componenti principali, dal 79% di azoto (N2), 20% di
ossigeno (O2), e per il restante da altri elementi quali anidride
carbonica, acqua e argon.
Per le piante è essenziale la
presenza di anidride carbonica, che assorbono grazie alle foglie. Ma l’anidride
carbonica ha la proprietà di influenzare la temperatura dell’aria, una sua maggior
concentrazione nell’atmosfera può infatti causarne un innalzamento. Questa è
una delle tante ragioni per cui una saggia amministrazione delle aree verdi del
pianeta sia fondamentale per il mantenimento di quegli equilibri che ci
consentono di sopravvivere.
All’interno delle parti verdi
della pianta, dove è presente clorofilla, avviene la seguente reazione:
6CO2 + 6O2
+ luce = C6H12O6 + 6O2
ovvero:
anidride carbonica + ossigeno
+ radiazione solare = glucosio + ossigeno
Il glucosio resta nella pianta
che lo utilizzerà in vari modi, mentre l’ossigeno viene rilasciato
nell’atmosfera come prodotto di scarto.
Nell’atmosfera l’ossigeno va
incontro a due destini fondamentali:
- Resta ossigeno in forma
gassosa e determina la concentrazione di ossigeno dell’atmosfera, assolutamente
essenziale per la sopravvivenza dell’uomo e di molti altri organismi, così come
si sono evoluti fino ad oggi.
- Viene sottoposto a bombardamento dalla componente ultravioletta (UV) della radiazione solare e si
trasforma in ozono (O3). Questo si stratifica nelle parti alte
dell’atmosfera (ozonosfera), schermando le pericolose radiazioni. E’ bene ricordare che
tutto il regno vivente su questo pianeta si è evoluto adattandosi all’assenza
di tali radiazioni, scomparse grazie all’incremento del regno vegetale e
dell’ossigeno nell’atmosfera. Un’improvvisa carenza di questo strato, il
cosiddetto strato dell’ozono,
metterebbe in gravi difficoltà gli organismi, non attrezzati per sopportare un
impatto potenzialmente devastante.
Questo è un buon motivo per
salvaguardare le distese arboree del nostro pianeta, se non altro per non
andare incontro ad un inevitabile incremento di mortalità dovuta a varie forme di
cancro, in particolare di quello della pelle.
Il glucosio, all’interno
della pianta, ha diverse funzioni: una parte di esso viene accantonato, ad
esempio nelle radici, come fonte di energia di riserva; una parte è utilizzata
per produrre particolari molecole destinate alla difesa della pianta; una parte
è metabolizzata per produrre energia spendibile immediatamente dall’organismo
sotto forma di ATP (adenina trifosfato).
Questa traformazione è
riassunta dalla formula:
C6H12O6
+ 6O2 = 6H2O
+ ATP
ovvero
glucosio + ossigeno = acqua +
energia per le varie funzioni vitali della pianta
Ecco che compare un elemento
nuovo: l’acqua.
L’acqua, attraverso un
meccanismo di traspirazione, viene immessa dalla pianta nell’atmosfera andando
ad influenzare il tasso di umidità dell’aria. A sua volta l’umidità dell’aria
determinerà la frequenza e la portata delle precipitazioni e quindi, ancora, la
quantità di acqua assorbita dal terreno e disponibile per le piante.
Ma ovviamente l’acqua è
importante anche per tutti gli altri organismi della terra, dato che senza di
essa, non ci sarebbe più uno straccio di vita.
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