lunedì 14 gennaio 2013

Piante come regolatrici del clima

Le piante hanno un ruolo fondamentale nella regolazione del clima, determinando alcuni fattori come la temperatura dell’aria e la frequenza delle precipitazioni.

L’atmosfera della terra è cambiata molto dalla sua nascita ad oggi. Due miliardi di anni fa essa era composta principalmente da anidride carbonica, e, in minor quantità, da ossigeno, ammoniaca, metano, azoto e altri gas. Oggi è invece costituita, nelle sue componenti principali, dal 79% di azoto (N2), 20% di ossigeno (O2), e per il restante da altri elementi quali anidride carbonica, acqua e argon.

Per le piante è essenziale la presenza di anidride carbonica, che assorbono grazie alle foglie. Ma l’anidride carbonica ha la proprietà di influenzare la temperatura dell’aria, una sua maggior concentrazione nell’atmosfera può infatti causarne un innalzamento. Questa è una delle tante ragioni per cui una saggia amministrazione delle aree verdi del pianeta sia fondamentale per il mantenimento di quegli equilibri che ci consentono di sopravvivere.
All’interno delle parti verdi della pianta, dove è presente clorofilla, avviene la seguente reazione:

6CO2 + 6O2 + luce = C6H12O6 + 6O2

ovvero:

anidride carbonica + ossigeno + radiazione solare = glucosio + ossigeno

Il glucosio resta nella pianta che lo utilizzerà in vari modi, mentre l’ossigeno viene rilasciato nell’atmosfera come prodotto di scarto.
Nell’atmosfera l’ossigeno va incontro a due destini fondamentali:
- Resta ossigeno in forma gassosa e determina la concentrazione di ossigeno dell’atmosfera, assolutamente essenziale per la sopravvivenza dell’uomo e di molti altri organismi, così come si sono evoluti fino ad oggi.
- Viene sottoposto a bombardamento dalla componente ultravioletta (UV) della radiazione solare e si trasforma in ozono (O3). Questo si stratifica nelle parti alte dell’atmosfera (ozonosfera), schermando le pericolose radiazioni. E’ bene ricordare che tutto il regno vivente su questo pianeta si è evoluto adattandosi all’assenza di tali radiazioni, scomparse grazie all’incremento del regno vegetale e dell’ossigeno nell’atmosfera. Un’improvvisa carenza di questo strato, il cosiddetto strato dell’ozono, metterebbe in gravi difficoltà gli organismi, non attrezzati per sopportare un impatto potenzialmente devastante.

foreste


Questo è un buon motivo per salvaguardare le distese arboree del nostro pianeta, se non altro per non andare incontro ad un inevitabile incremento di mortalità dovuta a varie forme di cancro, in particolare di quello della pelle.

Il glucosio, all’interno della pianta, ha diverse funzioni: una parte di esso viene accantonato, ad esempio nelle radici, come fonte di energia di riserva; una parte è utilizzata per produrre particolari molecole destinate alla difesa della pianta; una parte è metabolizzata per produrre energia spendibile immediatamente dall’organismo sotto forma di ATP (adenina trifosfato).
Questa traformazione è riassunta dalla formula:

C6H12O6 + 6O2  = 6H2O + ATP

ovvero

glucosio + ossigeno = acqua + energia per le varie funzioni vitali della pianta

Ecco che compare un elemento nuovo: l’acqua.
L’acqua, attraverso un meccanismo di traspirazione, viene immessa dalla pianta nell’atmosfera andando ad influenzare il tasso di umidità dell’aria. A sua volta l’umidità dell’aria determinerà la frequenza e la portata delle precipitazioni e quindi, ancora, la quantità di acqua assorbita dal terreno e disponibile per le piante.
Ma ovviamente l’acqua è importante anche per tutti gli altri organismi della terra, dato che senza di essa, non ci sarebbe più uno straccio di vita.


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